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Pubblicata il 13/09/2006

Braccia aperte incontro in sottana

ai dadi del bacio scoperta

in ritorni e giri di sapere bambini.

Notte fonda

fino all’insenatura di sé impallidire

a quel tocco

alla riva spumosa

e fionda

traccia

che ci abbraccia e ci inghiotte.

Alla giostra di cavalli scultorei

la sabbia fugge

sottovento alle agavi

fiorite in caduta.

Laggiù è dove appartengo

scordato da sorrisi e paure

agonizzante seme per due attimi vestito

tra tanti cespugli.

E spogliarmi

quasi volessi il sole di lampare.

Uno specchio.
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