Braccia aperte incontro in sottana
ai dadi del bacio scoperta
in ritorni e giri di sapere bambini.
Notte fonda
fino all’insenatura di sé impallidire
a quel tocco
alla riva spumosa
e fionda
traccia
che ci abbraccia e ci inghiotte.
Alla giostra di cavalli scultorei
la sabbia fugge
sottovento alle agavi
fiorite in caduta.
Laggiù è dove appartengo
scordato da sorrisi e paure
agonizzante seme per due attimi vestito
tra tanti cespugli.
E spogliarmi
quasi volessi il sole di lampare.
Uno specchio.