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Pubblicata il 11/08/2006
Vado, al ricordo di donne bambine
della periferia del mio passato
perso tra odori di calce e vernice
morente di ringhiere arse dal sole.

Sentono i piedi delle pietre nuove
l’antico darsi agonizzante al cielo
opaco, muffa bollente di sogni
di estati terse, e nostalgie d’amore.

Della città che un giorno sarà implosa,
ebbra del proprio peso, ho voglia e nausea,
respiro il fumo triste e l’ombra breve
di un’illusione, e lacrime di sale.

Vago, al rimpianto di qualche momento
che non fu eterna gloria, o pentimento;
ed ogni passo sul mio fuoco spento
è un’odissea di polvere e cemento.
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Una poesia forte, evocativa, vissuta pietra dopo pietra...perfetta!

il 11/08/2006 alle 14:43

Un tornare indietro per rivivere grandi emozioni, un vagare intenso tra i ricordi.
Ciao, mati.

il 11/08/2006 alle 18:31

anche questa è molto bella ...

il 16/03/2008 alle 01:39