Vado, al ricordo di donne bambine
della periferia del mio passato
perso tra odori di calce e vernice
morente di ringhiere arse dal sole.
Sentono i piedi delle pietre nuove
l’antico darsi agonizzante al cielo
opaco, muffa bollente di sogni
di estati terse, e nostalgie d’amore.
Della città che un giorno sarà implosa,
ebbra del proprio peso, ho voglia e nausea,
respiro il fumo triste e l’ombra breve
di un’illusione, e lacrime di sale.
Vago, al rimpianto di qualche momento
che non fu eterna gloria, o pentimento;
ed ogni passo sul mio fuoco spento
è un’odissea di polvere e cemento.