PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 05/08/2006
Colpevole di non aver seguito la strada
Che mi invitava maestosa
Sono rimasto qua
Ad ossservarla da questo squarcio nel tetto
Da solo

Ora piove

Dicono che le migliori occasioni arrivano quando meno
Te lo aspetti
Ti stanno mentendo, ma è una scusa per farti star buono
E a guardarsi un po’ attorno si direbbe
Funziona.
E credimi se questo dubbio non ti sfiora non ascoltarmi
Vivere è molto meglio che capire
Poi arriva la morte,
ma è un attimo
inutile prepararsi con così tanto
anticipo.
Sarebbe superfluo.

In questa palude a triangolo
Il cielo arriva in differita,
ma non mi interessa
ho discusso a suo tempo con la linearità delle azioni
si è offesa ed è scappata
non capisco il perché,
sono rimasto da solo
e lei è fuggita via

La aspetto o non ricordo più
Cosa ci faccio davanti a questa finestra?
Il vetro è trasparente, un cielo finto
Come uno sbadiglio simulato per chi ci sta scocciando
Ma io rido con lui e rimango qui
Da solo

In balia delle tempeste nella mia testa
Quando fuori la pietra scotta nell’aria rarefata e vuota
E nessuno sembra dover più andare da nessuna parte

Oppure solare, ilare, allegro e malefico rido
Quando fuori il cielo crolla a pezzi e l’acqua si insinua
E punzecchia e ferisce chiunque passi, senza motivo

E io ci sto bene in questo nulla.
Osservo la strada bagnata
Prima o poi tornerà e
Per quanto possa sembrare assurdo
Solo ciò che non succederà mai
Può realmente dare un significato alla nostra esistenza…

Chi sta facendo l’errore più grosso?
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Ogni comportamento è una scelta, spesso dettata dalle esperienze pregresse.
Sbagliare o indovinare sono considerazioni che hanno la loro chiarezza a lungo termine.
Ciao, mati.

il 07/08/2006 alle 16:15