La luce di seta dal letto in vestaglia
condannata a una stanza vaga a cercare
d'accendere un fiammifero per uscire
a cantare per desiderio d’un avvizzito fiore.
Ora scende ogni ramo ch'esita grazia
come i gradini che portano su e giù
fiato senza riposo scortesi inviti.
Come il sole del deserto calore dilaga
si rovescia miele goccia a goccia profumo.
E scoprirsi come la vista più si allarga
sotto la maschera nemica su labbra di clamore.
La frenesia è la quiete da penetrar se stessa ciecamente.
Se ti chini si innalza nel suo recinto al castigo.
Di dispetto graziosa.