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Pubblicata il 28/03/2006
GLI AMANTI DI TOLSTOJ

Attendo da lustri
che sboccino quei fiori
il cui nome rammenta
quello d’una cometa.
Passano nel cielo
tante di quelle luci
ed a volte
sconfino nella follia
non ho altri rifugi.
Come una spugna
vorrei assorbire
i tuoi dolori quotidiani
e liberarti dai vincoli
della tridimensionalità.
Le mani sulla Luna
che ti libera
dalla seta che indossi
con un velo di luce azzurra
ti riveste
con il più consono
dei tuoi sorrisi.
Il tuo seno s’innalza
investito da una salve
di baci d’amore disperato.
Sei una donna
non d’adesso,
io dal mio canto
non posso chiedere a Dio
di prolungare il mio passaggio,
vuoi forse che il presente
si tinga di grigio?
Non lasciarmi morire d’inedia
le ballate amorose
disperdono la loro eco d’energia.
Dimmi, piuttosto
che il nostro copione
non fu scritto da Tolstoj,
lasciati travolgere
dalla trasposizione fisica del sentimento,
non chiamarlo amore
se ciò t’inibisce.
Il nostro microcosmo
si sta contraendo,
io non so leggere
dalle labbra socchiuse
e non comprendo
l’alfabeto cirillico.
Nino Inzerillo
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Il tuo seno s'innalza investito da una salve di baci d'amore disperato...Ecco, questo verso mi ha messo in difficoltà per la comprensione...un saluto, sol

il 28/03/2006 alle 10:06

Cerco di tradurre il mio pensiero. Un amante che si protende, assalendo di baci che teneva in serbo da anni ed anni, giusto per quella donna, sotto l'effetto della passione, immagino il seno inturgidirsi...

Nino

il 28/03/2006 alle 12:25

Hai una grazia acuta nel porgere le immagini.
Nella chiusa si legge la voglia di chiarezza di un rapporto che dura da tempo.
Un saluto dalla Sicilia, mati

il 28/03/2006 alle 16:02

Colpito ed affondato, hai letto i miei contenuti mentali...
Nino

il 28/03/2006 alle 17:02

non vorrei sbagliarmi (sai, capita di interpretare male le poesie altrui!) ma sei platonico...pensa ke io odio Platone, però il tuo platonismo è straordinariamente simile alle immagini che l'amore sa evocare dentro di me..qualcosa di infinito, notturno, fresco, tragico, profondissimo, surreale, lontanissimo, ancestrale, divino, ultraterreno..la tua poesia mi ha trasmesso questo...grazie e complimenti

il 29/03/2006 alle 11:01

Confesso la mia crassa ignoranza, dei dialoghi di Platone, non ho contezza.
Sono altresì lusingato, d'aver trasmesso il mio pensiero, così come lo dipingi.
Mi ritrovo nelle tue parole
Grazie

Nino

il 29/03/2006 alle 12:50