come sempre sei arguto e ricercato. ma una cosa non ho capito, alla fine: "sì poeta
che mai poetò poeta prima d'esso" (verso geniale, a mio avviso) si riferisce al satrapo ciccione?
Bellissimo questo (auto?)ritratto di un autore che, saggiando prima l’orientamento della critica letteraria imperante al momento, onde non deluderla, si accinge a sfornare la sua ponderosa opera, rivolta ad un pubblico immaginario, casuale, ignoto, ma da plasmare…
Lui ha letto tutta la produzione poetica degli altri, l’ha digerita, ora è disposto a produrre il NUOVO. E chi gli dà l’abbrivo? Il satrapo dalla voluminosa epa, che lo paga.
Indovinello: di che cosa è metafora il satrapo? Verrebbe da rispondere: “Dell’editore”. Ma sarebbe troppo scontata questa interpretazione.
Qualcuno mi risolve l’enigma? (Sempre che non lo voglia fare l’autore stesso…)
Maddy
P.S. quella che ho esposto qui scherzosamente è solo una delle possibili chiavi di lettura, naturalmente...
Eh, no, caro Ritchie, troppo facile cavartela così, nascondendoti dietro un suono, per evitare di svelarti!
Ma ti perdono per gli stocastici satrapi, avendoli tu abbinati ad una inquietante frequenza.
Con un bel sorriso
Maddy