Quel fascio di luce che girava nell’ombra,
di tanto in tanto coglieva il mio volto,
e come un getto veloce di liquido vitale,
come lo schiaffo d’un padre,
cicatrizzava il dolore delle mille domande
e delle mille ambizioni.
Io che altrimenti, correndo cieco sugli scogli,
subivo impotente tutto il bruciore delle mie cadute.
Io che coi palmi bollenti e le ginocchia sbucciate,
correvo incosciente,
ed asciugavo al vento il tumulto delle mie ferite.