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Utente eliminato
Pubblicata il 27/08/2005
Sono stanco.

Sgozzato di sogni e speranze, gettato
nel silenzio dalle vostre mani sporche
di violenza e cattiveria, calpestato
dalla vostra felicità che invidio, invidio.

E intanto, occhi veggenti nel fondo rossiccio di questo bicchiere.

Potrei fuggire, fuggire anche ora: nessuno
vorrebbe fermarmi, e nessuno mi rimpiangerebbe.

Potrei andare lontano, tanto lontano da dimenticare
il suono dei miei affetti, tanto lontano da vedere...

E poi rimane qui, Pietra dell’Abitudine,
sempre qui a sopportare questa bella “normalità”
fatta di muri e di lancette, di fatiche e d’urli,
tanti urli aggrovigliati nella mente,
tanti urli nella vostra indifferenza.

O forse è paura?
Paura di una vita senza forma.
Paura della libertà.
E’ possibile aver paura della libertà?
(come tremule farfalle nell’abbaglio)


“Ma domani tutto nuovo!” dice la speranza. “E domani tutto vecchio!” risponde
la noia. “E smettetela!” ribatte la Notte. “Povero me!” sbotta d’improvviso il cuore.



Infine la tregua di un sogno.
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Una poesia pregnante di rabbia,di paure..di nostalgia.Si fugge sempre da qualcosa,da qualcuno..caro Laos, spero che questa tua lirica sia datata,e che dopo una vacanza,la mente e sgombra da pensieri cupi,e che il tuo cuore non sbotta! Con amicizia, Dory
Per te tante stelline che brillano felici nel cielo ******

il 11/09/2005 alle 18:13