Dimenticare la propria vita per tornare al battito fanciullo,
senza dolore, senza paura…

E invece, continui, ostinato, a sopportare i torpori del passato,
e continui a soffrire per una felicità rinnegata al varco dell’esistenza.

Nemmeno l’amore poté salvarti, perché nessuno volle
accogliere fra sorrisi e carezze questi fragili petali del cuore tuo.

Resta la solitudine, mare calmo.

Resta il dolore, che ti sfinisce.

Resta la voglia, la voglia di lei, lei,
che non ti vede.

Resta la maschera, decorata di risate.

Sì, hai cercato di vivere fino all’eccesso, fino a quel estremo
dove l’uomo diventa cosa fra cose, ma la tua ragione ti ha ammonito,
e il tuo pudore si è ritratto lentamente.

E cosa rispondere a loro?

Loro, che vestiti d’ogni amore, ti rassicurano
con i favolosi orizzonti delle speranze?

Loro, che non hanno mai sentito questo freddo!

Loro, che mai provarono quel acre vergogna
dinanzi a sentimenti sbarrati.

Il ricco imbandisce infinite ricchezze al povero,
e il povero resta in un silenzio pieno di rabbia.

Misero poeta, l’unica cura per te è l’assenza di riflessione,
perché la riflessione non concede pietà alcuna nello specchio
delle miserie.

Abbandona dunque la penna, abbandona la mia voce.