PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 08/06/2005
La mano non raggiunge l'ambita meta,
non demorde pur se vinta, ma anela
che di lei un giorno nessuno dica
che s'è persa nel dolore.

Lo specchio ritrae il viso
amato e odiato
nell'infinita ruga di tristezza
che corre sulle dite stanche,
non traducibile a parole,
tutto prima o poi muore.

Finiscono i versi sul foglio
accartocciati in una follia,
non scivolano dalla penna al cielo,
non scorrono i pensieri.

Tutto è fermo
la vita, la morte
i battiti su ciglia sbiadite.

La voglia di scrivere a un amico
muore capendo che stai scrivendo a te stesso.
Finisce sempre così la vita
tra una rima che cade
e una lacrima lontana.
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

e' invasa da una malincoinica tristezza molto bella..ciao titty

il 08/06/2005 alle 15:16

bellissima!

già..
è questo infin dei conti che facciamo..non scriviamo mai per gli altri..ma per noi stessi...
ecco che una lettera, proprio come dici tu, la quale scriviamo ad un amico, altro non è che lo sfogo, il dialogo con noi stessi...
ci apriamo a noi stessi per mezzo di un amico..a chi altri potremmo spedire quel momento d'intimità con la nostra anima se non ad un amico??

lo so..probabilmente questo che dico centra poco con la tua poesia... ma son fatta così dico quel che la poesia più mi suscita...quel che essa mi stimola!

*_* basietti!

il 08/06/2005 alle 16:07