Cerco le parole che avanzino
nell’immensa fatica di capire
l’uomo, che aprano in trasparenze
di azzurri silenzi le anime altre.
Parole lontane che tagliano
in uno spazio senza profondità
profili inesistenti, squarci ristretti
di un mondo che non mi appartiene.
Ed io mi stupisco ancora una volta
di come lo spazio di conoscenza
che mi è stato concesso
sia quello disarmante e cosciente
del tocco leggero del vento che sfiora
il mio viso, sussurrandomi le parole cercate.