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Pubblicata il 28/04/2005

E fu così
che persi i giorni,
ne rimasi immobile,
in assenza di colore
rimanendo schiavo
del tuo pianto,

Quando rividi Roma
senza te.

così provai a rincorrere
il fatto più rapido possibile,
mentre tu forse restavi lì
ad aspettarmi e chiamarmi,

- ancora e ancora -

Ora che bevo i miei silenzi

nei miei sguardi
la luce si ribatte rossa
di lacrime e sangria

e dimentico,
un giorno dopo l’altro
ma è solo malattia.

Potessi aver atteso
almeno solo un giorno
questo dolore ormai
se ne sarebbe andato

a logorar nel cuore
qualcun altro.
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BELIN SE è BUONA LA SANGRIA NON SOFFRIRE PER LE DONNE COMUNQUE BELLA POESIA

il 28/04/2005 alle 18:14