Sto male quando la notte
non dorme con me,
ed io, insonne, la guardo supina;
l’alba nel giorno estivo
vacilla sulle lanterne accese,
e il cielo è deserto.
Io con lui.
Ma dove ho riposto i miei occhi liquidi
e quel tempo
in cui appesa ai paralleli della terra
sfilavo per diletto gli occhiali al cielo;
gli aquiloni non avevano fili
e dalle montagne lunari
conducevano me lungo il sentiero.
Ad imbrigliarli
non basterebbero funi doppie, adesso.
Diventa spietata la lentezza dell’ora,
quando non vesti di fuoco l’intera giornata.
Allora esco.
E ripercorro il cammino
tra i fichidindia e i muri a secco
e se vale la pena
che ancora il sole risalga dal mare
Io, per questa volta,
non me lo chiedo.