Stamani ho visto il cielo.
Costellato.
Sul ponte eternamente a cavallo del mio fiume.
Di tremuli gabbiani che mi tracciavano la via,
incidevano il cielo come punta di freccia,
recidevano arcigne nebbie,
infrangevano con il becco aguzzo e giallo
il pulviscolo albeggiante.
Li ho riposti nella saccoccia dei miei occhi danzanti
fino al loro intingersi nel balenio dell’aurora.
Frammenti alati
che tracimavano nell’empireo rosato.