PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 13/03/2002



il locale è quasi buio e
pieno di stronzi alternativi
e fichetti e altra gente sparsa
nella massa davanti al palco.

non c’è spazio nemmeno per
camminare.
trovo un posto libero
su una panca appoggiata
al muro e mi siedo,
ho dei forti dolori
allo stomaco, forse
non avrei dovuto bere
sono sotto antibiotici
e dicono che sia sconsigliato.

ho perso i compagni di serata
ma non mi interessa,
in più ho sonno e
vorrei essere da un’altra parte.

il gruppo spalla vomita
lentamente un unico lento
suono per circa mezz’ora,
dopodichè il gruppo di punta
fa la stessa cosa per un’altra ora:
sono sbalordito.
nessuno del pubblico si muove,
fermi da un’ora e mezzo,
io stò scoppiando,
continuo a bere e lo
stomaco brontola.

dondolo un po’ e urto
una tipa seduta al mio fianco:

“scusami”, le dico.

“oh, non ti preoccupare,
è la prima cosa movimentata
della serata”, e sorride.

ok.
mi giro dall’altra parte
e butto giù un sorso
alla sua salute.

i miei due amici mi trovano
e chiacchieriamo di fesserie
per un po’, il gruppo continua
la tortura, lancio degli insulti
e la tipa di prima ride,
passa un’altra ora
e veramente stò impazzendo.

finalmente convinco i miei due
ad andare via, in un
qualsiasi posto eccetto
questo.
così usciamo e andiamo
a mangiare patatine fritte
da un ambulante brasiliano,
poi stiamo in macchina e
sento la notte scorrere lenta
e noiosa, perché non
andiamo a casa a dormire?

resisto e infine ci riesco:
stò andando verso casa
in macchina
felice finalmente solo
ascoltando i Beatles
ed è la parte migliore
della serata.




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