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Utente eliminato
Pubblicata il 08/01/2005
Dalla piccola finestra della nostra cella, una cella sporca e tutta grigia, quel giorno, un giorno pacato, s’intravedevano in cielo raffiche di vento che scotevano, leggere, il bianco delle nuvole, nuvole gitane, gitane in un azzurro a quadri, un azzurro caldo, un azzurro, per me, ora, senza forma, senza peso.
Tu, lo ricordo ancora, guardavi quel cielo primaverile con intensità, come assorto, guardavi quel cielo e parlavi, parlavi sottovoce, parlavi con profonda decisione, parlavi a te stesso, parlavi e dicevi…

Cadere

Cadere. Cadere, liberi,
nel vuoto,
nel silenzio,
nella luce.

Cadere per dimenticare,
dimenticare i pianti, le strilla,
l’abbandono, la solitudine,
la paura, e il dolore… tanto,
tanto dolore.

Cadere per quel sorso
d’amore, quel piccolo
e dolce sorso d’Amore
mai concesso, mai concesso…
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