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Pubblicata il 13/11/2004



Sta svanendo l'odore di Rosa
che nell'ultima stagione m'aveva ammaliato
sospinto da una tenue brezza primaverile.

I ricordi non vaneggiano
nel fondo di questa curva anima legnosa:

Il mare,
la sabbia,
il boschetto,
le lunghe passeggiate,
tutto giace inerte,
immoto,
come se la promessa
si fosse avviluppata
ad un'ancora di salvezza.

Io,
disadorna pietra
senza veli e pretese,
pronto ad essere calpestato,
scaraventato
verso altri posti
solo in compagnia
di altri dolori implacabili.

Si riflette l'esistenza
su specchi d'esili albori.

Io
credevo d'essere il bisogno
ma sono solo delicata bugia.

E sentii
mai desiderati
suoni stridenti
di nuova ricerca.

Niente e poi niente
in questo inferno: è vero che
non bastano cure nè trucchi
per far tacere l'egoismo.

Lentamente tutto passa,
e la bellezza come l'amore si spegne,
impietosamente
e con l'impeto di un fiume che scorre.

Sovente ripenso
a misteriosi momenti di magia,
affogati in silenzi:

procaci fuochi
accesi con le quelle rievelazioni
che in segreto hai sussurrato al mio cuore.

Il mio corpo,
ad un tratto,
in un sol istante
si distacca
per lasciare spazio
solo ai ricordi.


Firenze 13/11/2004

federi'



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