Chiaroscuri.
Deduzioni introspettive
sul fluire esistenziale
scindente i confini dell'essere.
Tristezza,
inondata dal timido rossore
dello spirare di un giorno qualunque,
quasi anelata,
come un respiro dal battito incerto,
per il quale leggere fra le righe.
Si rivela in un fugace sguardo,
soffermata io, a tentar di far mia
l'incantevole aura che,
tacitamente, ne proviene.
Chiaroscuri,
colorite pennellate
dal temperamento deciso,
armonizzate,
riverberate da una sottile melodia.
Come un pargolo, inerte, mi lascio cullare,
sedotta da fragili squarci di fiabesche chimere
cui vorrei appigliarmi
da di cui resta solo
un'enfatica sequenza di parole
intrappolate in un foglio.
Chiaroscuri,
anonima nebulosa notte,
che vorrebbe denegare l'antica memoria,
disciogliendo quel marmoreo ghiaccio
ascondente la purezza di qualsiasi moto dell'animo:
è allora che mi pongo in ascolto
di un eterno silente echeggiare
di astri fulgenti che,
disseminati,
intarsiano come preziosi cristalli
l'eterea volta circostante.
Chiaroscuri da scoprire,
nello spegnersi di un tramonto
il quale, morendo,
partorisce un nuovo albore.