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Utente eliminato
Pubblicata il 20/02/2002
Un sette qualunque
sono io dunque,
una vita dedicata a quella fascia
sulla quale la scia lascia,
un vita di sacrifici
nella quale non ebbi mai benefici,
una vita in velocità
attraversata da tante oscurità,
e ti accorgi in un giorno qualunque
che se c’è un fallito quello sono io dunque,
una vita per gli altri a coprire e ripartire
senza mai poter gioire,
ma in fondo questo è il mio destino
correre su e giù come un motorino,
il motorino che Dio mi ha dato nei polmoni
grazie ai quali crosso tanti palloni,
ma alla fine cosa mi è rimasto
di questa vita senza spasso,
un ricordo un pensiero
di quando su quella fascia correvo fiero,
ma adesso posso solo raccontarlo
perché tutto ciò non posso più farlo,
già la causa è la malattia
che mi ferisce come un’arpia,
un maledetto enzima muscolare
mi ha detto che su quella fascia non posso più volare,
e così ora mi accontento di allenare
e ogni tanto anche giocare,
io nel calcio sono stato sfortunato
e con lei sono stato rifiutato,
forse è anche questa la ragione
che fa si che non avvenga la guarigione,
comunque spero di poter raccontare
ai miei figli di quando potevo giocare.
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la poesia rende bene una situazione angosciosa che voglio sperare non sia biografica, ma se così fosse, ti faccio i miei migliori auguri perché tu possa ritrovare serenità e felicità, e che non ti senta più "un sette qualunque"
Ciao, con affetto
Axel

il 20/02/2002 alle 13:27