Il ragazzo che siede li'
sulla panchina,
la mente ha tersa di pensieri.
Il passar della gente
non l' ho infastidisce,
solo gli da' un senso
di mesta solitudine.
I passi che scrocchiano
i bianchi ciottoli
del viale alberato,
e di primaverili profumi adornato,
sono per lui
un messaggio di vita.
Ma questa vita il ragazzo
la vede passare,
come al cinema
lo spettatore il film.
E quando col tempo
l' argento sui capelli
vestira' il ciuffo
ora scuro e virgulto,
sulla panchina il ragazzo
ormai anziano, ormai sfatto
s' andra' a riposare.
E ripensera' a quella vita non vissuta,
a quella gioia non provata,
e di rimpianti
il cuore s' inondera'.
Quando poi al capolinea della vita,
un mazzo di fiori
gli dara' conforto,
allora li' sulla panchina,
di quel viale alberato
sfiorato dal vento,
in un ombroso giorno d' autunno,
vedrai seduto un giovine
smilzo e biondo,
le mani sottili, il naso arguto,
con gli occhi chiari e grandi
assorti nei suoi pensieri.
Un libro aperto,
lo sguardo nel futuro
a coglier nelle righe della vita,
la morte e il tempo
che rinnova, che cambia,
che gira una ruota che non si ferma,
ne' t' inganna.
Occam"
14-09-1970