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Utente eliminato
Pubblicata il 27/05/2004
E guardo primavere tornare
lasciandomi dietro le spalle inverni
decorati da luci artificiali variopinte ed attraenti
Riapro gli occhi al nuovo sole
al tepore naturale che mi appartiene
abbandonando per sempre
parole accarezzate dal vento
di un mondo costruito di chimere
al quale ho dato e rubato emozioni
ed al quale oggi non so dare
e non può darmi più nulla
portandomi dietro per sempre
un bagaglio pieno di amore
Ho appoggiato le mani
sul parapetto del mondo
ho concentrato lo sguardo
su parole che scorrevano come fiumi
vivendo solo nell’attesa
di immergere il mio cuore nel tuo…. invano

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non mi stupisce
affatto
di trovarti così brava

non sarò cattivo
ora non posso più

mi inchino
massimiliano

il 27/05/2004 alle 14:03

Molto ben descritta la dicotomia tra l'illusorio e il reale, tra ciò che vorremmo che fosse e ciò che in effetti è. Una poesia molto interessante e riuscita. Complimenti a te e un bacio.
Michele

il 27/05/2004 alle 17:06

sai chiara
io ricevo le persone come arrivano
sono tutti ospiti graditi della mia vita
poi talvolta o spesso trovo
persone care e amici
con cui condividere
il poco e il tanto
è solo un piacere

...il colpo della strega? ...tieh!

massimiliano

il 27/05/2004 alle 17:55

oddio è diventata gentile,
gentilissima,
dice persino che la pensiamo allo stesso modo

CHIAMATE IL DOTTORE, LA FEBBRE AUMENTA !!!

massimiliano
[mago da 4 soldi]

il 28/05/2004 alle 10:52

io la vedo come un'onda:
la cresta,
dove è ancora più trasparente,
dove le raffiche di vento tolgono gli spruzzi,
dove il ricciolo riesce ad essere davvero perfetto,
lì è il confine
liquido come e più dell'onda stessa

un bacio
massimiliano

il 28/05/2004 alle 18:37

Le parole, come strumento ma anche come oggetto
in attesa, che il cuore s'immerga, di nuovo o ancora, non importa, nella fonte vivificatrice delle emozioni ma intanto la primavera quasi tuo malgrado torna.
In quesi versi sospesi come una eco da rincorrere prima che si perda nel ricordo o negli anfratti dell'assopimento. Cercare l'assoluto nelle emozioni è come cercare i margini del tempo in un orologio,
certo c'e' sapendolo vedere...
Questi versi cono frammenti di considerazioni amare disincantate dolorose in cui la speranza è assente, è questo che per me emerge con forza l'ineluttbilità che ciò che è stato non sarà più, e sembra tu attenda il compiersi di un destino aggrappata al parapetto del mondo per non scivolarci dentro.
Questi versi stridono gli uni sugli altri, e non è un male.
Letti con vivo interesse
Zordoz

il 29/05/2004 alle 09:00