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Utente eliminato
Pubblicata il 24/05/2004
Numeri.


Quando mi decisi
di tutti i versi era stata suonata la musica
e trovare un’eco libera di nota
fu come cercare trame oscure
dove più denso è il silenzio
e più deformi i detriti del tempo.

Non altro mi restò
che stravolgere le note d’ogni suono
ora chiedendo aiuto
al rumore intrasferibile del cielo
ora all’azzurro sciacquio del mare.
Anche il nero sibilo dell’ebano in fiamme
e il profumo dell’invadente gardenia
corsero dietro
e i sensi verdi del giusto e del vero
e quello rosso dell’amore.

Mai avrei però pensato
che dalla notte dei misteri
quale cascata d’autunno
di foglie sonore e secche
salissero anche numeri e linee.
Quali spregiudicati amanti
portano anelli d’ametista
ad ogni dito dei piedi
e in moti sensuali e senza sosta
mutano in linee tangenti
che il vento dell’oceano sbandiera
per indicare la via ai naviganti.
Per questo devo dire:
salve limiti e derivate
reclamo e sogno d’onnipotenza dell’uomo
destinato tuttavia a soccombere alla terra;
salve, “P” greco,
limite inesatto
di ciò che trascende ogni misura;
e salute a te, Uno,
principio primo e ultimo
di quei che contano
tutto quanto popola lo spazio
e un’ala di farfalla;
salve anche a voi
frazioni umili e incredibili
che partite prepotente
la nostalgia dell’eterno
onde si indicono e confondono
postulati e paradossi;
e a voi curve e rette
senza valore e senza consistenza
eppure presenti
nella luce intensa
di un raggio di natura
che piega il suo corso infinito
e giunge a perdurare l’esistenza;
e salve a te, o sfera,
mimesi perfetta di Colui che volle
questo andare illimite
del tempo e dello spazio
onde si perdono memoria e ragione
e naufragano finito e infinito.
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...profonda al punto ...che mi risulta capirne il senso... bravo orazio

il 24/05/2004 alle 13:40