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Pubblicata il 07/05/2004
Appena te ne sei andata,
ti ho idealizzata.
Hai trasformato la mia vita in un confronto,
io giro il mondo a comparare:
dal suono di un sorriso
al rumore di lingue in sfregamento,
la commensura del perduto godimento.

Ed hai ragione ancora tu,
non sono riuscito a salvarci,
ma quando questa voglia torna,
non c'è un luogo che mi dia pace,
eppur dovrei saperlo,
io dentro porto il mio tormento.

Quest'incapacità,
forse la paura della tua immensità,
o forse sono solo un embrione,
un cucciolo d'uomo, un coglione!
E poi perchè idealizzarti,
bastava viverti per realizzarti,
non l'ho saputo fare,
mi sono trasformato in un collezionista di ricordi,
di te, maestra e ideale,
sicuramente troppo per un uomo anche normale!

Così tutto è diventato troppo grande,
la casa, il letto e i nostri specchi,
che non rifletton più l'ardore,
quell'incessante spinger la mia linfa con amore.
Sei sparita piano,
come nave all'orizzonte,
ed osservando la tua scia,
di donna dei miei sogni,
mi ritrovo ciò che sono:
un parolaio solo!
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eh si triste quando le navi partono lasciandoti sulla banchina ad osservare la loro scomparsa all'orizzonte...ma si sa che da quel porto prima o poi un altra nave giungerà...nel attesa sai che devi fare...con le barchette ti devi divertire....non appena arriva quella nave....traghettatore devi diventare...e guidare questo amore nel quieto porto del tuo cuore...
Muchos Saludos
Fra.

p.s. ovviamente la tua poesia è molto bella.

il 07/05/2004 alle 12:56

Grazie Fra del tuo commento,
ci sono navi che non si devono lasciar partire!
Ciao e grazie ancora.
Daniele

il 08/05/2004 alle 22:37

Grazie Catia per il tuo commento,
lo trovo migliore della poesia.
Grazie
Daniele

il 08/05/2004 alle 22:50

Grazie Lenka del tuo commento,
chissà perchè gli addii ci ispirano molto!
Grazie ancora, un bacio.
Daniele

il 08/05/2004 alle 22:51