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Pubblicata il 22/04/2004
Nel cielo, nel sole, nella terra
ove trovan respiro le membra affannate
d’un uomo, sovente
ritrovo affettuosi ricordi
e insperati deliri
che consci riportano indietro
a quel tempo
il mio cuore
allorquando felici e fanciulli
ridevamo dei giorni futuri
e passati.
Ricordi, stellina il mio primo
bacio
e gl’ ati frementi del dolce desio?
Ricordi gli sguardi
accasciati
sul manto rossastro d’amore?
Le dolci giornate passavan
per caso ed al dì successivo
tu un giorno partisti,
mentre mero e solingo
rimasi a parlarti
di noi.
Il primo dei giorni del mese
dell’uva, la terra irrorammo
di lagrime amare
e speranze d’un breve ritorno
silenti nascevano
nei nostri corpi
assetati d’affetto.
Tre anni promesse,
d’unione infinita
e di vita passata per
splendidi umori.
Ma infine il vero scopristi,
e dell’ore passate a sognare
null’altro rimane che un torbido
e denso secondo di odio e un uomo
spezzato nel candido gesto che è
la passione, perduta
nei vasti e infiniti anelli infernali!
Cos’è adesso?E che sarà domani?
Null’altro mi resta
che un semplice sogno
di speme
e barlume che un fioco silenzio ti spolveri
il cuore
mia stella ferita e cadente,
ed Io, povero stolto,
riesca di nuovo
a scoprirti mia
sposa.
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una poesia dove dolore, delusione e passione si fondono per formare una nuova speranza....
che dirti marco...è molto bella e dolce....si lascia leggere con leggerezza ma anche con profondità nello stesso tempo...BRAVO!
Mary

il 22/04/2004 alle 13:05