PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 17/03/2004
Giammai scorderò
il dolce tuo sorriso
a rimirar al fanciullesco
gioco intento
colui che ‘l figlio tuo
chiamo papà.
Eran giorni di gioia
ormai lontani
quantunque catturato
ero
al richiamo tuo
a rimirar l’opera d’arte
che al gallo iniziasti
per piacer di tuo amore
nel saper
dell’allegria del pasto…
e mai t’odiai,
pel richiamo d’una marachella.
Ma morbo ti vinse
e divorò la
vita tua
che tanto amai.
Furon giorni tristi
all’incoscienza
del mio amore
che mai capì
lealtà
nel gesto di chi mi creò,
e imploro ora
grazia tua
per l’odio a chi lontano
a me
il tuo letto di morte
e celò le parol mie che sol lagrime
ora
ti possono svelare,
nonna.
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)