PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 12/03/2004
hanno detto che il sonno della Ragione genera mostri
e che un’eterna legge
da sempre muove gli angoli del mondo.
ma il sonno del cuore
genera più profondi e oscuri abissi
menzogne più taglienti.

se appena un lembo
di vertigine intacca la ferita
è solo un raggio che balena
Figge un vetro poi
Ricade,
a farsi muto.
- i suoni più dolci esitano tra dedali di vento-.

E non un cane che sbraiti alla mia porta.
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Bello l'incipit Goyano, di cui hai dato un corredo molto accettabile, condivisibile in pieno, riferito al sonno del cuore ma stupenda la seconda strofa, molto creativa, parole che innescano molte sensazioni in un collage ricreato dal lettore.
Sempre bello leggerti, caro Antonio
Un abbraccio
Axel

il 12/03/2004 alle 15:28

Grazie per la tua attenzione, Axel

anche se non sono molto presente sul sito non ho mai smesso di prestare attenzione alle tue pubblicazioni e spesso ti ho ricordato.

Ho letto la tua poesia di oggi. Molto bella! Ma è realmente possibile dominare il vuoto?

Un saluto affettuoso
Antonio

il 12/03/2004 alle 16:19

molto bella la tua poesia... si vede che l'hai scritta col cuore... ti voto e continua cosi`...
bacioni
max

il 12/03/2004 alle 17:15

Grazie,

Mi fa piacere che tu ci veda il cuore, io però il mio lo sento indurito...proverò a continuare, ma il silenzio del cuore non è fertile!

Ciao
Antonio

il 12/03/2004 alle 17:29

Solo un piccolo dubbio: e se il Vuoto fosse soggetto? E' lui, che domina...
Il titolo è volutamente ambiguo... noi dominiamo il vuoto o lui domina noi?
Un abbraccio
Axel

il 12/03/2004 alle 20:08

Appassionata, rarefatta, drammatica, intima espressione del binomio cuore-ragione, quando le lacerazioni subite dal primo producono effetto ancor più devastante per l'essere. E' palpabilissima la tensione che qui esprimi, con passaggi lirici di splendido effetto..."i suoni più dolci esitano tra dedali di vento...".
Assai partecipata Antonio!
Saluti cari.
Max

il 13/03/2004 alle 09:48

Aldilà del merito vero o presunto della poesia hai colto al meglio lo stato emotivo da cui è nata, la drammaticità e la tensione. Rinnovo la stima per la tua sensibilità poetica e umana.

Grazie, un salutone
Antonio.

il 13/03/2004 alle 12:47