Cerco un rifugio,
un posto tranquillo, ove
imparare a comprendermi.
Cerco un modo per spiegare
questo mio pianto, a parole.
Cerco, ma non c’è verbo
o parola che possa dir
che sono.
Non c’è convenzione cui
l’animo mio voglia piegarsi.
E mi giudichi,
e neppure sai cosa sei.
Non so giudicarmi,
ma mi giudichi.
Non mi conosco,
so cosa sono, arte,
e mi riduci ad un tuo sguardo.
Non sono ciò che vedi,
ma ciò che sento.
Non sono l’apparenza,
ma ciò che dietro vi è riposto.
Non sei sensibile
e ti spacci tale.
Sei un mostro orribile,
mi fai del male…
E mi fidavo,
eri un eroe.
Adesso cadi
e cadono
le mie certezze.