Dei tanti giorni,
del profumo
degli abiti grigi
e delle attese dovute,
non ho cancellato niente,
difficile paternità,
ogni silenzio
è rimasto immutato
tra foto di album
e storie frammente,
rivissute in solitudine
su i piatti fumanti
nelle ore di festa.
Tenerezze
inaridite
in vecchi vasi di gerani,
giustificherete mai
l’oscuro piacere
di sopravvivere
a me stesso?
Scarna stagione,
bagna di meraviglia
il tuo corpo sottile,
giochi di brividi
attraversano
senza fiato
spezzettate sensazioni;
ti guardo confuso
tra profumi
ed immagini riflesse,
schiacciare giorni
fermi
nei miei occhi
di gelosia.