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Utente eliminato
Pubblicata il 22/11/2003
Destino
in penombra,
deciso dal caso,
sprofonda l’abisso.
Tutta la verità
tra rabbia e solitudine,
attraversa territori
bruciati dall’amore;
non è l’eternità
né il possesso
a dover chiedere
alla follia della vita
un biglietto di sola andata,
unicamente
la regola d’un gioco
drammatico
e quotidiano.


Spiega la vita,
l’amaro
riproporsi
ragioni di terra e di pane,
proprio quando
essere stanchi,
precipita la coscienza
nel bisogno d’esistere.
Vorrei non sapere,
non essere
eppure ogni gesto
conferma
cinica,
la tua scelta di tacere,
fingendo
grossolane miopie,
scavate
tra le pieghe
del corpo che si consuma.


Tenerezze,
inaridite
in vecchi vasi di gerani,
giustificherete mai
l’oscuro piacere,
di sopravvivere
a me stesso?


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