Ancora parole,
spazi,
pause,
alibi
di vane fughe;
poi l’amore,
variazione
del corpo
che affida al tempo
il suo
inarrestabile degrado;
sprofondo
nei pensieri
non più ricordi
con la consapevolezza
dei giorni
che finendo
si allungano
come ombre
al tramonto.
Sfiora
delicato motivo,
il susseguirsi
di stagioni
vissute nei vicoli
e nei grandi mercati;
la pelle d’un bracciante,
spugna per il sole,
disegna
intorno alla sua capigliatura,
la fatica e la fame
dei giorni del grano,
l’asprezza
di tante vendemmie
ed il trascorrere lento
dinanzi al fuoco,
l’inverno come fumo.