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Utente eliminato
Pubblicata il 03/11/2003
XXXIII°


Scendi notte,
coro di anime e spettri,
ad annunciare
finestre illuminate
nell’universo
della città che riposa.
Le voci,
bisbigli
in colli di bottiglia,
si trascinano
sulle ombre dei passanti;
dubbio d’origine,
tra immensità e divenire,
non argina
le emozioni
sorprese dinanzi
al buio delle tenebre.
Tentazione
tatuata sulle labbra
di chi s’ama,
rivive il naufragio
come fascinoso errare,
sulle onde sparse
al chiaro di luna.

XXXIV°

Spazi
interminabili,
scavano
nella pelle
la storia dell’uomo.
Un vecchio
racconta,
con occhi di vino,
la sua terra d’immenso,
l’affitto d’un pranzo
ed un tetto
costruito
nel cappotto.

XXXV°

Quando la morte
sarà le mie ossa,
i pensieri
inutili carte
ed io appena un ricordo,
quando
tutto il dolore
del tempo
ed inspiegabili
felicità,
termineranno con la notte,
sarò,
nell’infinito ripetersi,
irrimediabilmente
perso.

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