Si potrebbe argomentare che l'unica vita degna di essere vissuta è quella intensa e bla bla bla bla. Io molto più semplicemnte affermo che il vivere ce lo abbiamo scritto nel DNA. C'è poco da fare...
Bye bye
Andrea
certo....ogni attimo che vivi..muori un po! (... e spesso si rinasce! ) :-P
ciao!!
ac
eheheh..ci sarebbe da parlare di questi versi caro Lamb..............certo è che più viviamo e più ci consumiamo......ma più tempo abbiamo per consumarci e più possiamo sfruttralo per farlo come vogliamo:-)
un beso
Mary
Bellissima e molto profonda; non credo di essere capace di giudicare (per l' età che ho non posso dire di aver chissà quanta esperienza), ma per quel che so hai detto delle cose giustissime. Un abbraccio. Antonio
Non sono un assertore del libero arbitrio. Io credo che ogni nostra scelta in quanto prodotto della mente è meramente il risultato di un processo. Per avere il libero arbitrio ci occorrerebbe un'anima... Sai se esiste un concessionario d'anime dalle parti di Roma ? Anche usata va bene ! ;-)
ariciao
Io sono dell'idea che bisogna vivere ogni attimo di questa "brevità", per cui il lungo vivere è buono se noi lo vogliamo, mentre c'è veramnete chi si trascina il passato come palla al piede e non riesce a godere del presente.....ecco, in linea di massima ti ho confuso le idee, perchè nun so se me so' spiegato....
Mamma mia ma che c.... ho detto!!???
;-)
M'
Dipende dalle situazioni. Però adesso mediterò e chissà se trovo una risposta adeguata.
Ciaooo
Cesare
anche per me il tempo passa.....non ho mica fatto il patto col diavolo.........:-)
M*
Il punto secondo me sta nel fatto che parlando di uomini, in realtà stiamo parlando di organismi i cui meccanismi funzionali seguono regole ben determinate. Siamo, macchine, Lamberto. Si può parlare di 'decisione', parlando di macchine ? In realtà non c'è nessuna decisione ne al di fuori ne al di dentro di noi. I nostri pensieri seguono un processo di azione-elaborazione-reazione, la cui complessità ci pone di fronte all'illusione di possedere un libero arbitrio. Supponiamo che io 'decida' in questo momento di alzare la mano, senza apparente motivo. In realtà dietro a quel movimento sta un pensiero che è stato originato da altri mille pensieri in successione complessa, ma che tendono ad uno scopo: dimostrare a qualcuno o a me stesso che io ho 'deciso' di farlo. Se gli impulsi elettrici scorrono attraverso la mia rete neuronale essi ubbidiscono ad un insieme di leggi. Non sono io che decido di muoverle. Siamo solo macchine.
