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Pubblicata il 14/10/2003
Sapevo che un dì ci saremo rivisti
ed é avvenuto
quando ho perso
la percezione del dolore.
L'ho riassorbita tutta in un istante
perché l'indissolvibile stratega
ibrida dipendenze proibite.
Visionario atavico
ti sei rimesso a scavare
il vuoto assoluto
sudando non una goccia
d'infinito.
Cerchi cose mai perse
stordite e vanesie
marcite e potenti
ma sacrificate
al legno templare.
L'ara nera di velluto
fiammeggia zaffirea l'assurdo,
ma l'elusione usura
tempo,spazio
e ciò che ci sta in mezzo
senza impedire che
la sua cecità
graffi via la luce.
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E' complessa la lettura di questi versi, occorre affilare l'attenzione per afferrarne il mosaico fatto di frammenti di percezioni e di immagini.
L'elusione che usura, e la perdita della percezione del dolore, sono concetti potenti, forse non evidenziati come meriterebbero.
Versi intensi e sentiti e che ho letto con partecipazione.
Ciao Zordoz

il 15/10/2003 alle 09:00