Io vorrei essere dov'è la luce
non già del cielo di promesse eterne,
ma dietro il vetro pallido alle spesse
del tempo speso appeso mute mura.
E camminare lungo interminabili
svolgersi di pareti e dipanarsi
di corridoi, prestare occhio ai silenzi
di porte porte schiuse in fuga immota.
E avere il senso che c'è ancora oltre
qualcosa, e andarne fiero, forse un angolo
e tutto un mondo, e un altro, che vedere,
e un altro e mille altri, ho non saputo.
E ritornare, quale che sia fuori
il perché oscuro, la via della vita,
alla mia luce cara dietro il vetro
di passi sordi e sogni bui di cielo.