Orfana di sogni notturni
oramai
non é rimasto nulla
di cui privarmi,
non altro che insipienze.
Allucinata da sicurezze
morse da fiori di loto,
annego nel buio più denso
del mio stesso dolore.
Sguardi lancinanti
verso diaboliche ironie,
orbitano tra verticalià vertiginose
come vili implosioni,
provocando triste disagio
fatto di ipocondriache solitudini.
Ti raggomitoli nel tuo enigma
ma stridono nitidi quegli occhi
che mi incastrano spregiudicati
tra una sinergia e l'altra.
E quel silenzio...
Lo indosso come la mia pelle
mentre il tuo ego smagrisce lasso
di violenze che ti fai.
Inerme a tutto questo
ho solo possibilità di dire
che siamo l'uno nell'altra
stigmatizzati.