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Pubblicata il 17/07/2003
Seguo i tuoi occhi
spersi come un tempo,
sguardo proteso
e supplice di armonia,
silente parvenza
di arcana tristezza
tu, superba ancora
a spezzare col pianto
ogni filo di brezza,
folle di utopie
colpisci un’anima
che non muore,
tale all’amore
che presiedi
impetuoso e tenace
come onda improvvisa,
seppur straziato,
seppur deriso,
oceani di lacrime
spaziano di vita
il cuore.

E mi stupisco ancora
di rinascere
dalle tue attese,
io che son ombra
e larva consapevole
di cio’ che fui
io, viandante triste
di smarriti mondi,
ormai rabbuiato,
consumato nel volto,
e umanamente atterrito
da spettri di passato
ad ogni crocevia.

Anaiks- tutti i diritti sono riservati all'autore-
Ma tu,
cullata dal profumo
vivo ed intrigante
di quel mare antico
che ci vide allora
tentare di volare,
tu mi amasti;
e quella tua ragione
pura ma frustrata
allieta ogni tempesta
e poco importa,
se Destino o Parca
negano ognora
quel bacio mai dato,
nel tuo canto
fui la leggenda,
del tuo ricordo
la speranza sottile.
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