PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/07/2003
Accostare il mio destino alla fonte morbida del fiato
per cercare nelle tue parole qualcosa che sia traccia di passato.
Nelle mani, poi, guardare bene per non dimenticare quel che fosti
trovarci riso, grano e mele rosse e figli che dal tempo non verranno.

Certo di pensare a quel che pensi mi troverei distratto sui miei passi
a fischiettare con la faccia bianca la canzone che tu non mi cantavi,
com'è che non sussurri alle mie orecchie, quel tenero sussulto di vergogna,
aspetti solamente un altro tempo oppure un altro bacio che ti segna.

Poi, scendendo, sulla pelle, fino a incontrar la fonte del mio pianto
uscirei a riveder le stelle con l'aria in bocca e sulla bocca un canto.
Nei tuoi occhi, poi, guardare bene per consolarti di quel che non vedesti
lasciarti un giorno, un colpo mio di tosse, per insegnarti ad apprezzare un anno.

Certo di pensare a quel che pensi mi perderei tra calci dati ai sassi
e fischiettare un'aria troppo stanca sarebbe essere nono tra gli ottavi,
com'è che non sussurri alle mie orecchie, quel tenero sussulto di vergogna,
aspetti solamente un altro tempo oppure un cavaliere che ti sogna.

Arriverei senz'altro nel profondo, nelle profondità del tuo infinito
nell'imo denso e buio e poi profondo, nell'immersione fisica di un dito.
E la tua bocca, poi, guardare bene per assaggiar con gli occhi che assaggiasti
per non lasciarmi, un giorno, nelle vene la verità che bene in pochi sanno.

Certo di pensare a quel che pensi ritornerei distrutto sui miei passi
a fischiettare con la faccia bianca la canzone che tu non mi cantavi,
com'è che non sussurri alle mie orecchie, quel passo di poesia senza vergogna ,
aspetti solamente un altro tempo oppure aspetti un sogno che ti sogna…




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quanto mi piacciono i commenti!!!!!

ti ringrazio.

sentire le proprie creature muoversi. ecco cos'è.

grazie ancora.

kalema

il 14/07/2003 alle 13:09