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Pubblicata il 14/05/2025
la polvere
insudicia di acari e vita
una stanza, un pavimento, un letto
e me
che nelle macchie sul soffitto
cerco una strada per andare
lontano.

inutile vuoto.
anima fatta di vecchi nastri magnetici.
cavità rimbombante.
sogni sporcati di realtà, di contatti elettrici ossidati e
di limiti
quelli sempre.

e io sono qui
solo un cadavere su un letto
un nulla
che guarda sè stesso.
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Questo testo è un frammento poetico di desolazione e autoanalisi, immerso in un’atmosfera stagnante e claustrofobica. La polvere e gli oggetti vecchi diventano metafore di una mente stanca, logorata dal tempo e dai limiti. L’io si osserva con crudezza, ridotto a un corpo immobile, privo di scopo, come se la vita fosse solo un’eco sbiadita di ciò che era. Una riflessione intensa sulla stasi, sull’identità corrotta, e sul desiderio — mai realizzato — di fuggire.Una chiusa durissima dove l'identità dell'io si riduce a pura presenza fisica,inerte , spettatrice della propria stessa assenza.Un bel testo.Saluti.

il 14/05/2025 alle 23:35

Wow, che commentone. Lieto che l' abbia trovato un bel testo.

il 15/05/2025 alle 07:53

Il testo e ben fatto, il contenuto tipico di una mente stanca , logorata dai limiti.Saluti

il 15/05/2025 alle 21:51