Carissimo Vincent bentornato! mancavano i tuoi versi e le tue riflessioni. Hai scritto un testo che sembra attraversato da un senso di estraneità, come se il presente — fatto di volti nuovi, lingue diverse, vite intrecciate — non coincidesse più con l'immaginario “originario” di quella ricorrenza. Il 25 aprile, carico di memoria storica italiana e di una lotta che appartiene a un tempo preciso, si trova oggi a convivere con una realtà sociale profondamente cambiata, più eterogenea, più fluida. Quel senso di spaesamento che emerge :il giardino dell'infanzia, i nordafricani con i bambini, l’aria piena di presenze invisibili — non sembra avere un giudizio, ma piuttosto una domanda sospesa: cosa significa oggi “ricordare”, quando chi ci circonda non ha vissuto quella memoria? E soprattutto: può quella memoria essere condivisa, tradotta, adottata anche da chi viene da altrove?Una bella riflessione ! un caro saluto.
Grazie Ninetta, hai fatto una bellissima disamina di questa mia riflessione che ho postato ieri su Alidicarta. Continuo a scrivere su Alidicarta con il nick "Raskolnikov". Grazie ancora e buona serata.