Vent’anni di cure e limitati progressi nel campo della scienza, posso umilmente assicurare che le pratiche medicinali di cura e psicoterapia non sempre funzionano. Almeno nel mio caso! Ho visto corsie imbrattate di feci umane. Prima dei prodromi di un qualcosa che non si conosce, una cosa difficile da pensare, perché figlia della giusta ignoranza della sanità mentale. Quando uno conosce solo il bene, raramente capisce il male, mancano gli strumenti dell’esperienza dell’autoanalisi, del guardarsi dentro per capire i propri e gli altrui problemi.
a primo impatto la malattia mentale distrugge l’io della persona colpita.
si pensa sempre allo stigma sociale, per capire al meglio queste problematiche buona parte della società dovrebbe ammalarsi. Solo così si arriva a una comprensione degli altri, dei “posseduti” da quel male di vivere provocato da un disagio psicologico patologico. Ed è con questo che si “ingrassa” la letteratura medica, è dal dolore che si arriva al progresso. E’ da lì che si parte!
ho visto molti psichiatri in due lustri di bipolarismo patologico. Ognuno aveva le sue credenze … non sempre avevano ragione! Buona parte dei medici si affidano alle congetture, non solo nel campo della psichiatria ma anche in altre branche del “sapere” scientifico. La mia esperienza è utile per capire o far capire a chi legge … che bisogna accettare le cure come prima regola.
col passare dei giorni, settimane e in alcuni casi, mesi (con l’aiuto di manuali divulgativi, utili nella comprensione e nell’adattamento al disturbo) già si inizia a capire qualcosa del proprio disagio. Una cosa basilare è che, in qualche modo,
anche il malato diventa uno strumento importante di sè stesso, con la consapevolezza di entrare nella difficile era del disturbo. Che nel caso del Disturbo Bipolare, non si può definire era o epoca. ma per tutta la vita. Non c’è niente di temporaneo nei disturbi dell’umore. E’ un “condimento” sgradevole di un piatto, allo stesso tempo luculliano e velenoso.
una metafora per definire questo cielo in due parti. Notte e Giorno.
la mia fortuna più grande non era una opera di guarigione prettamente medica. Non sono mai guarito! Ma ho migliorato la conoscenza di me stesso grazie a una dottoressa umana e preparata. Consigli utili nel suo modo gentile di curare il paziente. Non solo ragionando con prodotti farmaceutici ma con una vicinanza spirituale e comprensiva. Una cosa catartica in molti casi!
e’ vero che le malattie portano al dolore. Il db è ambivalente o sopra o sotto, Uno dei disturbi più subdoli e ingannevoli della psiche.
una specie di underground mentale che nei “fighetti” può portare a due cose:
la modifica del modo di vivere. Dal “vestiario” ammorbidendo l’ossessione per le marche e della “bellezza” cioè la perfetta sintesi di costumi e tradizioni che li distinguevano dalle altre persone prima di ammalarsi. Un decadimento dell’autostima può essere provocato dalla perdita estetica delle abitudini che felicemente popolavano il loro mondo, prima della caduta nel baratro della depressione o mania. La realtà è questa: o accetti tutto ciò, vai incontro con una rosa al dolore e ne diventi amico/a. Oppure: l’ultimo definitivo gesto, il suicidio.
ho pensato qualche volta a “farmi fuori” ma non ho trovato mai il coraggio
perché, per me, chi si uccide non è un codardo, anzi è un coraggioso, un guerriero della morte. A volte mi è capitato di giudicarlo come il vero apostolo della “conclusione” a discapito delle parche scheletriche convenzioni sociali. E omettendo dalla loro psiche turbata, la minaccia della chiesa nei confronti del suicidio. Un tempo non si celebrava neanche il funerale. Perché, come cantava uno chansonnier mai dimenticato, “di un suicida non si aveva Pietà.” Ora è un po’ diverso, i preti celebrano la messa, ma nel nome della Bibbia continuano a considerare l’”abisso” del suicidio un crimine contro Dio.
ma camuffato dalla falsa retorica della comprensione umana sociale e spirituale. Dio perdona, sempre … slogan di un Bipolarismo pretesco.