La "solita Alba" potrebbe rappresentare il ripetersi di un ciclo inevitabile e doloroso, un nuovo inizio che in realtà è solo una reiterazione di sofferenza. Il protagonista non riesce a uscire da questo circuito, anche se ne è pienamente consapevole, vivendo quindi una forma di prigionia interiore. La ciclicità della malattia, che sembra ripetersi come un'ineluttabile Alba, è una costante che riporta il protagonista in un contesto di disagio e alienazione. La consapevolezza della propria condizione, purtroppo, non porta a una guarigione o a una via di uscita. Invece, essa sembra aggravare la percezione di impotenza, di "ozio generato dal male", dove ogni tentativo di reazione è vano. L'uso di immagini forti e disturbanti come "la morte dentro … le cavità orali purulente", "il buio negli occhi malati", o la descrizione di una realtà in cui tutto è contagiato dal "male" evoca il senso di un mondo che diventa sempre più opaco e inaccessibile per chi vive la malattia mentale. Un testo che mi tocca nel profondo, scritto in maniera egregia.