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Pubblicata il 23/11/2024
Sotto lo stesso cielo, dove le nuvole scorron lente
L'uomo si alza al mattino con il respiro della terra che ancor dorme

Cammina piano, come se ogni passo avesse il peso dei precedenti
Non è solo, anche se la strada sembra vuota

C'è l’orma sbiadita di chi, prima di lui, ha lasciato un segno sulla
polvere
Una traccia che il vento non cancella

E' un sussurro, un respiro dietro la nuca
Non una corsa cieca, ma un andar insieme

Senza voler essere identico, ma simile nella luce
Nella fame del conoscere, guarda quell’albero, alto e robusto

Con i rami che si tendono al cielo, le radici profonde nella terra
Non è solo, un giovane germoglio si fa spazio tra le foglie morte

Cresce e si arrampica verso il sole
Eppure non cerca di essere quell’albero antico e saggio

Aspetta, ascolta il vento, si nutre della stessa luce, e nel farlo
Trova la propria via, il proprio modo di stare nel mondo

Così l’uomo guarda l’uomo, gli occhi che scrutano
Le mani che imitano, non per vanità, ma per sete di sapere

Perché la vita è un campo dove ognun semina ciò che ha visto crescere
Ciò che sente nel cuore, il sogno che si riflette in mille occhi

Non è certo un furto, non è copia sterile
E' la mano tesa verso la stella che un altro ha già toccato

Ognun diverso, ciascun vivo, nei campi, sotto il sole che cala
I contadini raccolgono il grano, come sempre hanno fatto

Ma ogni mano è nuova, ogni volto racconta una storia
Ogni giorno porta un segreto diverso

Così, come il canto della natura
Si fa eco di voci lontane, di passi antichi

Eppure, in ogni passo, c’è qualcosa di unico
Di non detto, che non appartiene a nessun altro

E alla fine del giorno, quando il cielo si tinge di porpora
E il vento si calma, resta solo il silenzio

Quell’attimo in cui l’uomo guarda il proprio riflesso nell'acqua
E vede il volto di chi è stato, di chi sarà

Sapendo che ogni goccia scorre verso il mare
Ma non perde mai la propria voce
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La poesia esplora il tema dell'emulazione e della ricerca di sé sotto il cielo condiviso, in un mondo dove ogni passo è legato a quelli precedenti, eppure ogni individuo cammina verso la propria unicità. L'uomo, come l'albero che cresce cercando la luce senza voler essere l'altro, segue un cammino di apprendimento e scoperta, imparando dagli altri senza perdere la propria essenza. La vita è un ciclo di imitazioni e trasformazioni, ma ogni gesto, pur ripetuto, è portatore di un significato nuovo e personale. Alla fine, nell'intimo silenzio del tramonto, l'uomo riconosce se stesso come parte di un flusso più grande, mantenendo la propria voce unica nonostante l'influenza del mondo che lo circonda. Complimenti !molto interessante e vero. Saluti cari.

il 23/11/2024 alle 18:25

Questa poesia è una meraviglia, caro Sir:-) Un abbraccio.

il 23/11/2024 alle 22:02

Un'approfondita immagine poetica nel solco dell'essere, piaciuta! Saluti

il 25/11/2024 alle 10:23

Grazie molte, Ninetta! Che profondità espressa, in codesta tua analisi! Un bacio

il 25/11/2024 alle 11:53

Grazie molte, Ninetta! Che profondità espressa, in codesta tua analisi! Un bacio

il 25/11/2024 alle 11:53

Gentilissima, amica Bea, Grazie assai!

il 25/11/2024 alle 11:54

Molte grazie, Dany, Un abbraccio affettuoso!

il 25/11/2024 alle 11:55

Baci

il 25/11/2024 alle 11:55

Bravo Sir la natura si cura del tempo e si prende la sua calma .impossibile l'emulazione anche se la scienza e' parecchio avanti.Un Salutone

il 26/11/2024 alle 11:50

Grazie molte, Amico Giancarlo! Un saluto affettuoso.

il 26/11/2024 alle 16:03

Questa poesia che io interpreto più come un saggio di attenzione verso l' animo dell' uomo e del suo cammino faticoso, ma con la consapevolezza di farlo sotto un unico cielo, pur mantenendo la sua preziosa unicità. Bravissimo come sempre. Abbraccio.

il 27/11/2024 alle 14:28

Un Saggio? Lusingato di codesta graditissima definizione, ti ringrazio infinitamente, cara amica Santa! Un salutissimo

il 27/11/2024 alle 23:09