Da un altro romanzo della ormai fedele compagna di lettura Grazia Deledda ecco a voi “Sino al confine” dove provo a riassumere in versi la storia tormentata di Gavina.
Gavina accompagnata dalla serva
scese per lo stradale,
il sole tramontava occidentale.
Bussava forte a casa di Michela,
la neve sul ciglione,
d’inverno in pieno inverno tutto gela
la serva era un istrione,
parole al vento al lume di candela,
di fronte a quel portone,
tirava la padrona come vela,
nel mentre da lontano Priamo osserva.
Gavina rispondeva alla sua serva
“mi stai facendo male”
il sole dimezzato in diagonale.
Salì dalla sua amica assai adorata,
parlaron del Signore,
che vigila tiranno al disonore.
Gavina era del prete innamorata
e lui che nella vigna l’ha baciata,
versando gioia e orrore
in lei che si odia e vive nel terrore
di prender decisione si riserva.
Con l’altro si sposò mentre la serva
furente a bestemmiare
contro quel sol cadente ma immorale.
E il prete si ammazzò quel dì in campagna,
le lettere segrete,
Gavina con Francesco si accompagna
per Roma con nel cuore sempre il prete,
tristezza che ristagna,
nel cielo splendon bianche le comete,
per una nuova vita di riserva.
Gavina non aveva più la serva
là nella capitale,
il sole la inseguiva solidale.