Casualmente,
mentre ti penso,per distarmi dalla tua presenza
che mi attira come azzurro cupo del pozzo
ed io sull’orlo in precario equilibrio,
apro “ Gente di Dublino” di Joyce, a pagina 147
( la precedente nno la considero, guardo sempre avanti),
col titolo del racconto “Grazia”
( se hai la mia stessa edizione consulta anche tu per seguire
il mio discorso che mi sta prendendo)
e nessuna parola, contrariamente al mio modo di leggere,
segnata e con qualche segno e appunto a margine.
gioco allora col caso e leggo il primo capoverso della pagina
“ il giorno dopo il signor kernam mandò una lettera...”
e a nome suo, in cui ora mi identifico, seguo la missiva( ma potrebbe essere
ora un’email o, per spirito di avventura primitiva, segnali di fumo
in questo cielo aitante e gaio del pomeriggio di giorno 23 giugno a
trebisacce, alla mia scrivania e lo sguardo al balcone da cui mi giunge
il volo vorticoso di rondini e il respiro verde dei fiori),
e ne segnalo i vari movimenti prima di giungere alle tue gelose mani
e tu a baciarla a nasconderla nel petto
ed io nelle parole segrete baciare la tua carne trepida e profumata.