Tu che hai ospitato i miei Natali,
che tutti gli anni sembravano uguali,
tra le tue mura mi aggiro spaesato,
stanza dopo stanza rimango senza fiato.
la cameretta dove mi son erudito,
vi raccolgo polvere se passo un dito,
la sala da pranzo un tempo affollata,
solo con foto in primo piano arredata.
il tavolo che d'ogni leccornia veniva imbandito,
con mezza tovaglia ora viene riempito,
il frigo che d'ogni bene era gremito,
oggi s' apre senza generar appetito.
ah se indietro si potesse tornare,
pasque e Natali poter riassaporare,
non sembrerebbero più tutti uguali,
ma preziosi attimi da rendere immortali.