il ministero dell’inferno
percossi sei mesi fa da un deficit della comunicazione
nella scatola cranica nera i neuroni reclamano diversa collocazione,
contestano, obiettano, s’indignano nell’anticamera del cervello
megalomani come Cristiano Malgioglio nella casa del Grande Fratello.
sotto lo stipite dell’occipite Cecco Angiolieri e Percivalle,
duellando a colpi di (novo) stiletto, vorticano le balle,
il loro rigor mortis rivendica l’assistenza d’un Becchin d’amore
mettendo in mezzo, alle balle, Obs de Biguli, incomodo trovatore.
fulminata Folgóre l’intera casata degli Uberti,
lapo, taches al trans, non disdegna d’aver inserti,
della domenica del Corriere, in cerca di uno stupefacente flirt
appagato come un corriere della droga iscritto al Sert.
boiardo truffa il Pulci, scacciato da Firenze con il Baygon,
sul fatto che, in U.s.a., il Presidente non sia un tycoon,
la crisi dei mercati americani sarà causata da una nuova guerra,
lenin diede la terra ai contadini o i contadini alla terra?
la confusione regna sovrana nella mia crisi occipitale,
come nuvole di cocaina nelle anticamere del Viminale,
condannando la nazione al malgoverno
del ministero dell’Inferno.
[La malattia invettiva, 2018]