la BALlata delle bestemmie
oggi, involontariamente, ho offeso dementi, morti di fame cronici, ignoranti e inconcludenti,
in realtà mi interessava mandare a bersaglio un unico messaggio a un malato di mente
non è che se sbrodoli un milione di sillabe al secondo hai diritto di rompere il c***o al qui presente
se sei cretino e te ne vanti fai la figura della Bruschetti davanti a un nugolo di studenti.
c***o, ho fatto l’errore di paragonarmi, in forma ironica, a Gesù Cristo,
innanzitutto, io non trasformo l’acqua in vino: so trasformare il vino in orina.
circondato da lazzaroni, non ho mai tentato di ridestare Lazzaro per ravvivare il palinsensto,
se fossi stato davvero Gesù Cristo, in un minuto, i miei nemici sarebbero stati unti da un’angina,
come minimo, e non ho ancora imparato a camminare sull’acqua, nella società fluida ci nuoto,
senza il miracolo di esser diventato un miliardario giocator di pallanuoto.
quando morirò, dopo tre giorni, non sarò affatto sicuro di resuscitare
l’unica certezza è che chi vende l’arte al tempio riceverà il mio stonato vaccagare,
sinite parvulos venire ad me, senza rompermi troppo i cojoni
odio l’emergente arrogante e i vati ottuagenari conciati da barboni.
per essere politically correct, in verità vi dico, sostengo che Buddha è figlio di buddhana,
maometto, inch’allah, non ha niente, lo stimo molto, je ne suis pas Charlie
non tengo affatto a finir nella buriana di una bomba pakistana,
abramo, Geova, Vishnu e Zoroastro mi sanno di frifri,
finirò arancione, Hare Krishna o tifoso dell’Olanda, a suonare un tamburo
sempre meglio che, dando retta ai deficienti, continuar a piallo ar culo.
questa ballata contiene tutto: turpiloquio, bestemmia, offesa al sacerdozio,
non mi resta che aspettare che Joshua risorga un terza volta,
così da chiedere il grandioso miracolo dell’auto-fellatio,
o, se la fisiologica estensione del mio membro non necessiti d’intercessione arcana,
ti chiedo, caro Yahweh, di tener Joshua alla tua destra e di far resuscitar Moana.
ho messo abbastanza immagini?
[La malattia invettiva, 2018]