Ancora cammina su sassi sospesi verso una nuvola di pioggia.
portava i libri sottobraccio legati da una molla ed un panino per colazione.
un’agenda per pensieri di parole e sogni disegnati a matita
contro una bacchettata di un maestro spione in calabra terra.
zappa i solchi degli anni e cambiano gli studi, le città, le persone,
le agende son sempre piene di pensieri e disegni
con libri e quaderni in uno zaino di tela in terre ora di fuoco.
ha un bastone di legno, gli convive nel giaccone,
si chiama Gertrude, unica compagna delle sue guerre, troppe.
allontana compagni e camerati, nè altri può seguirlo,
un urlo gli vola nell’anima attraverso i neri squarci della notte
sono incubi e sono realtà ed i suoi passi sono sul confine
tra il nulla e l’infinito dove vive un Dio, uno solo.
racchiude nelle sue mani il calore dell’inferno rubato all’angelo caduto
nei suoi sogni due ali per arrivare lassù
e Gertrude è nel cofano a ricordargli che non è finita,
mentre una donna gli convive ed una lo vive da una nuvola soffusa.
ritornerà ultimo da infernali forre
o morto o vivo per sempre
in una goccia di infinito a dissertarlo.
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