Ti ricordi di quando
ridevi alla porta
andando a dormire?
mentre uscivo sommesso
stupito, l’istinto
di fuga che sento? Fuga
a te da te per te;
ma sempre in te.
allora nell’atrio
brillavan le ombre
di luce più tetra.
ti ricordi di come
dormivi tranquilla
nel letto temuto
tremato da me?
correvo attonito
alla voglia di vita
che m’assaliva
fuori di te.
allora nel buio
nascevano i lumi
pur fievoli e fatui.
mi ricordo di chi
mi torceva dal sole,
dal bel sole del giorno,
chiudendomi in
casa, fresca, nuova,
come sarcofago duro
in cui la carne marcisce
e gli occhi diventano ciechi.
allora gridavo e graffiavo
la pietra vorace,
in un candido nome,
per tutto; il nome di te.
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