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Pubblicata il 05/01/2024
S'accende un sole bianco nella testa
e nei suoi raggi puri di piacere
annegano i contorni del tuo viso
mentre sorride, panico e immortale
come il tuo essere su di me signora.
non so cosa mi spinga tra le braccia
tue, impietose: forse è perché mi sento
un cervo tra le braccia di una Diana
che s'avvicina, algida ed altera,
e nello specchio ceruleo degli occhi
si riflette l'altezza dell'amore;
un amore cacciato, e mai preso,
ma prima ancor bramato, anche troppo,
come si anela troppo a ciò che si ama
di nascosto, perché se ne ha timore.
l'ammettere che esista dentro di noi
qualcosa che ci fa troppo soffrire
non è cosa da tutti: e, men che mai,
ne sei capace tu, dolce signora
che sotto aculei irti ed irte spine
nascondi il cuore antico della donna
e il suo mistero intatto, mai sondato
di fronte a cui soltanto ci è lasciato
di inchinarci, e ammirare.
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